Recensione: Butch Cassidy & Sundance Kid, ovvero l'ironia e l'ineluttabilità del vecchio West
- antoniovalentino5
- 22 feb 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Rotten Tomatoes: 89%
Voto The House: 8.3/10
Disponibile attualmente su: Disney + / Now

Anno 1969, per la regia del mastodontico George Roy Hill, Butch Cassidy é un inno al fanciullesco. Butch Cassidy, interpretato dall'affascinantissimo Paul Newman, sembra essere stato creato da Pascoli in persona; é un fanciullino con le pistole e il cappello, che rimane piccolo anche quando noi cresciamo e arrugginiamo la voce, anche quando nell’età più matura siamo occupati a litigare e a perorare la causa della nostra vita e meno siamo disposti a badare a quell’angolo d’anima sincera. Butch arriva alla verità non attraverso il ragionamento, bensì in modo intuitivo ed irrazionale, guardando tutte le cose con stupore, con aurorale meraviglia, come fosse la prima volta.
Sundance Kid, interpretato da Robert Redford, é invece l'uomo che si fa mito, diventa leggenda e rimembrance; l'uomo che fa fatica a distaccare il suo vero io (romantico e protettivo) dall'immagine di pistolero più veloce del West che gli altri hanno di lui. Un personaggio di cui non comprendiamo a pieno l'etica e la morale, tuttavia di certo ne ammiriamo il coraggio e la profonda amicizia con Butch. É esattamente ciò che ti aspetti quando senti pronunciare il nome del temibile "Wild Bunch", tanto che sarebbe potuto tranquillamente essere un protagonista del film "Il Mucchio Selvaggio" di Sam Peckinpah uscito nello stesso anno.

I due si dividono tra rapine in banca, attacchi a facoltose diligenze, sogni di gloria in terra straniera, persino sogni patriottici (questo elemento già ormai vetusto e anacronistico per il genere Western nel 69') ma la profonda particolarità é che essi si dividono anche l'amore di una donna, la bellissima Etta interpretata da Katherine Ross.

Ed é questa sorta di triangolo amoroso, che ricorda vagamente i continui flashback di "Giù la Testa" (1971) del maestro Leone, che nasconde l'essenza del film. Il mito del vecchio West sta morendo e, con esso, il genere Western; ormai non si combatte piú contro gli abili e spietati pistoleri ma contro eserciti di soldati sudamericani; l'amore non é più solo possedimento e sottomissione fisica ma allarga i suoi contorni in maniera complessa e sorprendentemente moderna e metamorfica. Le immagini sono quadri ma sono le parole a rendere questo film un capolavoro del genere Western crepuscolare. Perché alla fine fare i pistoleri, per Butch e Kid, é si la loro vita ma é soprattutto un divertimento; é il Western che non si prende più sul serio e mostra i pistoleri come ultimi romantici di un gioco che vorremmo non finisse mai
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