Il Riflesso del Cinema: The Host
- Salvo
- 3 ago 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Rotten Tomatoes: 93 %
Voto The House: 8

Ma quali scienziati!
Desta meraviglia, in questo tempo di raccolta differenziata, la frivolezza con cui alcuni scienziati versano a cuor leggero dei rifiuti tossici nel fiume Han, Corea del Sud, con risultati che tutti noi possiamo immaginare, la creazione di un bel mostro che infiniti addusse lutti agli Achei (nella traduzione di Vincenzo Monti). Grido, allora, indignato: O scienziati, ma che vi salta in mente! Riuscite a capire le conseguenze dei vostri gesti? O vi siete fusi il cervello dietro ad interrogativi del tipo: perché gli uomini hanno il pisello e le donne la patata?

La vera risposta
Quanta saggezza, in confronto, c’è allora nell’incolto Park Gang-du (Song Kang-ho), un debosciato quanto umano super papà che con l’autenticità del suo dolore, l’incapacità di farsi ascoltare e di farsi credere andrà comunque avanti per la sua strada tra mille difficoltà, nel tentativo di salvare la figlia dalle loro grinfie e da quelle del mostro. Eppure anche lui può definirsi una creatura, un homunculus, di quei laboratori allucinati che a volte sono non solo gli Istituti di ricerca ma anche le famiglie; nato e cresciuto con poco amore, poca attenzione, un padre assente, cibo rubacchiato qui e là, un endemico deficit proteico che lo rallenta sia nei pensieri che nell’azione. Quanta cazzimma, però, se c’è da credere e da lottare contro l’insperato!

Ulteriore indignazione
E qui parte un'altra perorazione: O politici, basta nascondere dietro misteriosi virus la vostra incapacità di salvaguardare la salute pubblica o, peggio ancora, di occultare doppi e subdoli fini! Misericordia, si esclama, questo è un film del 2006, pure allora… Già, ma ci aveva da tempo avvertito Sallustio, spiluccando un oliva ascolana e qualche uovo al garum: ”Queste cose non avvennero mai, ma sono sempre”, per cui siamo stati, e siamo avvertiti, che la lotta non finisce mai ed essa è affare nostro, poiché il mostro lo dobbiamo matar noi in quanto le istituzioni hanno un lambiccato procedere (si può dire enigmatico) che sfiora spesso l’inettitudine o la falsa onestà. Ma quanti bei temi, per un film di mostri!

Ulteriori considerazioni
E ditemi, e qualcuno certamente lo penserà, il mostro potrebbe essere una ferale allegoria (quel qualcuno, in genere, si esprime sempre in modalità dotta) di perniciose problematiche generate da dissennate politiche di tutela ambientale? Oddio, anche si. In questa maniera rimane aperto, e può essere ampiamente dibattuto, chi sia il vero mostro nel film. A dir la verità, il super papà Park Gang-du non ha proprio tempo per farlo, lasciando a noi il compito di decidere; lui è troppo indaffarato ad imbrattarsi il corpo di sangue o schivare gli aberranti controlli medici di una società che, apparentemente, non sa che pesci prendere (detto tra noi, si è capito che il mostro è un terrificante pescione?).
Fuori luogo, francamente, una zuppa di mare con questi intriganti ingredienti ma il piatto servito sarà comunque condito da una giusta sapidità tra comico e drammatico; ed un plauso sincero va anche al fascinoso pescione, orribile in verità, che comunque attrae per la sensualità dei movimenti della sua lunga coda, a tratti brandendola a mo’ di fallo ed a tratti avvoltolandola in sinuose curve che ricordano paesaggi femminili. Molto credibile, complimenti!

A quando il prossimo?
Una medaglia di bronzo tirerà con l’arco il colpo della vita, un povero bambino affamato ed abbandonato troverà una mano amica, una mano paterna e del cibo, finalmente una casa; la storia finirà in maniera neanche tanto scontata, e si attenderà ormai senza troppe ansie l’emergere, dal fondo della coscienza che è poi quello della natura, del prossimo mostro a ravvivare un po' la routine di tutti i giorni.

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